Cosa vale davvero la pena sapere sul trapianto?

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Cosa vale davvero la pena sapere sul trapianto

Quando parliamo di un trapianto, ci riferiamo ad uno speciale tipo di intervento chirurgico nel quale si sostituisce un organo o un tessuto con problematiche gravi con un altro compatibile e sano. Tutto parte dal fatto che le cellule del corpo umano non sono riproducibili artificialmente ed è quindi di fondamentale importanza usare del materiale proveniente da un altro essere vivente.

Fortunatamente negli ultimi vent’anni gli interventi di questo genere, caratterizzati da un esito positivo, sono raddoppiati, grazie anche all’avanzamento delle tecniche e tecnologie mediche, ma purtroppo la lista d’attesa è ancora estremamente lunga e per questo è di fondamentale importanza essere informati. Tanto più che la donazione di organi, tessuti e cellule è completamente anonima, gratuita e regolamentata dalla legge.

Qualche definizione…

Qualche definizione…Abbiamo visto che il trapianto è un intervento chirurgico che mira a sostituire un organo o un tessuto con gravi patologie o lesioni con uno diverso che sia sano o compatibile. A questo proposito si possono distinguere due fasi: il prelievo di quanto necessario dal corpo di un donatore e il suo successivo trapianto in quello del ricevente. Spesso e volentieri si sente usare i termini prelievo ed espianto come sinonimi, ma in realtà non lo sono: il primo termine si usa quando ci riferiamo ad un organo o tessuto propri del donatore che vengono rimossi per la prima volta con lo scopo di essere donati; il secondo termine, invece, si usa nel momento in cui abbiamo a che fare con organi o tessuti già trapiantati nel ricevente e che per qualche motivo devono essere nuovamente tolti.

A seconda di chi sia il donatore e cosa viene fatto nel corpo del ricevente possiamo avere varie tipologie di trapianto. Vediamole insieme brevemente.

Autotrapianto

Il primo caso che andremo ad analizzare è il cosiddetto autotrapianto o omotrapianto. Ciò che accade in questa tipologia di intervento chirurgico è che il paziente può riutilizzare i suoi stessi tessuti per sostituire quelli rovinati. In questa maniera si azzera il rischio di rigetto e non è necessario utilizzare farmaci immunosoppressori.

Quando parliamo di rigetto si intende che il sistema immunitario del paziente non riconosce come proprio il nuovo organo o tessuto trapiantato e inizia ad attaccarlo come se fosse un qualsiasi agente patogeno. Per questo motivo quando è possibile si tende a preferire l’autotrapianto: i tessuti vengono semplicemente spostati, ma il sistema immunitario sa che sono suoi.

Isotrapianto

Un tipo particolare di trapianto è il cosiddetto isotrapianto, dove due individui diversi condividono totalmente lo stesso materiale genetico, come nel caso dei gemelli omozigoti. Pur essendo a tutti gli effetti due persone diverse, in questa maniera non c’è alcun pericolo di rigetto.

Allotrapianto

La tipologia di trapianto più frequente è però il cosiddetto allotrapianto, nel quale il ricevente e il donatore non solo sono due persone diverse,ma non possiedono neanche lo stesso materiale genetico. In questo caso, oltre ai soliti protocolli medici, sarà fondamentale un esame per verificare se tra i due DNA ci sia compatibilità, altrimenti si potrebbe sviluppare il rigetto.

Xenotrapianto

Anche se questa pratica è ancora in fase di sperimentazione, sta diventando sempre più possibile portare a buon fine trapianti con tessuti diversi da quelli umani. Nello specifico, buoni risultati stanno arrivando dai suini, con i quali sembra coincidano varie strutture anatomiche. Purtroppo però, oltre all’aspetto etico e animalista, due sono i punti da monitorare strettamente: il comportamento dei due sistemi immunitari e la possibilità di trasmissione delle zoonosi.

Trapianto ortotopico ed eterotopico

Un’altra distinzione da fare riguarda il destino dei tessuti propri del ricevente: se vengono sostituiti da quelli del donatore, allora si parlerà di trapianto ortotopico; se invece gli organi trapiantati vanno in supporto di quelli originari, allora si parlerà di trapianto eterotopico.

Chi sono i donatori

Chi sono i donatori

Il prelievo di organi, tessuti e cellule può essere fatto sia da un donatore vivo che da uno morto. L’importante è che abbia dichiaratamente espresso la sua volontà di donare gli organi in vita attraverso le strutture competenti (ASL e Comuni) e che abbia raggiunto almeno la maggiore età. Nel caso di donatori o minori o incapaci di intendere e volere sarà cura dei parenti più prossimi dare l’autorizzazione ai medici per procedere.

Il donatore vivo

Purché la donazione non coinvolga organi vitali o lesivi dell’integrità fisica, è possibile anche prelevare i tessuti organici da persone vive. Di solito i trapianti più comuni effettuati da donatori vivi riguardano i reni, perchè doppi, e il fegato, grazie alla sua capacità di rigenerarsi.

Il donatore morto

Prima di procedere con il trapianto è fondamentale che sia accertata la morte cerebrale o cardiaca del soggetto secondo le normative vigenti. Una volta che il medico di riferimento o un comitato composto da un medico legale, da un neurofisiologo e da un anestesista – rianimatore, si procederà con il prelievo degli organi e dei tessuti da donare.

Considerando il fatto che i tessuti organici non sono sostituibili artificialmente è necessaria una presa di coscienza da parte di tutti per garantire la possibilità di un futuro migliore ai pazienti, spesso condannati a morte.

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